Il termine Antropocene è stato coniato all’inizio di questo millennio per indicare l’epoca attuale, connotata dall’assoluta prevalenza dell’Uomo come principale agente delle dinamiche di trasformazione del nostro pianeta. Utilizzato inizialmente come una provocazione, il termine ha cominciato a prendere piede tra gli scienziati e, attualmente, la Commissione internazionale di stratigrafia sta valutando se utilizzarlo per indicare l’epoca geologica in cui viviamo. Indipendentemente dalle scelte che verranno fatte è comunque evidente che la nostra specie stia pesantemente influenzando l’ecosistema terrestre
L’Uomo ha messo a “ferro e fuoco” l’ambiente fin dalla sua comparsa sulla Terra. Alla lenta colonizzazione di tutti i continenti è seguito il recente e rapidissimo aumento della popolazione che, unitamente allo sviluppo tecnologico e alla globalizzazione, hanno fatto dell’Uomo la principale forza ambientale in grado di modificare la superficie del pianeta, il clima e gli ecosistemi.
Consideriamo le risorse naturali come un bene inesauribile, mentre sono limitate; consideriamo lo spazio come infinito, mentre la popolazione che sta raggiungendo gli 8 miliardi rende il pianeta sovraffollato; consideriamo la biodiversità, che è funzionale alla nostra stessa sopravvivenza, come un bene superfluo. Nonostante l’entità delle trasformazioni in atto, molti degli impatti causati dall’Uomo sono tuttora “invisibili”, difficilmente percepibili nel nostro quotidiano a causa della scala spaziale e temporale in cui questi fenomeni si svolgono. Noi non vediamo ciò che si sviluppa su tempi più lunghi di una generazione, ciò che avviene in spazi remoti come i fondali marini, le calotte di ghiaccio polari o i deserti, ciò che avviene a scale microscopiche come il diffondersi delle nanoplastiche nell’ambiente e nei nostri corpi.
La mostra, attraverso immagini, filmati, infografiche e installazioni interattive, vuole avvicinare questi fenomeni alla percezione sensoriale dei visitatori, che potranno ‘osservare’ e ‘sentire’ in pochi istanti storie e fenomeni difficili da catturare alla dimensione umana.