Nonostante l’indiscutibile stato di avanzamento degli ultimi 20 anni della ricerca nell’ambito della valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale e naturale e dei rischi correlati, i piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici e di riduzione e gestione del rischio di catastrofi mancano di una esaustiva integrazione di misure di salvaguardia appositamente dedicate. Tale lacuna viene chiaramente evidenziata dal recente report “Strengthening Cultural Heritage Resilience for Climate Change” (2022) elaborato dall’EU OMC expert group degli Stati Membri, che sottolinea come solo 12 dei 28 paesi partecipanti facciano menzione della presenza del patrimonio culturale in politiche in materia di cambiamento climatico. Uno dei motivi del tuttora inefficace trasferimento dei risultati scientifici al settore politico-decisionale nel campo della protezione del patrimonio culturale è sicuramente da ricondursi ad una non adeguata concretizzazione dei risultati della ricerca in strumenti e soluzioni rivolte a soddisfare le esigenze delle parti interessate ed a risolvere le sfide esistenti a livello territoriale.
In questo contesto si colloca l’evento “Cambiamenti Climatici e Beni Culturali” che si terrà il 30 maggio a Roma, presso la sede centrale del Cnr, con l’obiettivo di promuovere la cooperazione e lo scambio di conoscenze fra gli esperti del mondo della ricerca e i diversi attori detentori o gestori dei beni coinvolti, a diversi livelli, nel processo decisionale per la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale a rischio per effetto degli eventi estremi. Il dibattito fra gli esperti e gli stakeholders gestori dei beni sarà incentrato sull’analisi delle criticità ancora esistenti nella gestione del patrimonio culturale e paesaggistico nazionale a rischio, sulla presentazione delle strategie e nei piani di azione posti in essere ad oggi.