Il Cnr ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo della genetica e della biologia molecolare in Italia. Negli anni ’60 Adriano Buzzati Traverso, fratello dello scrittore Dino Buzzati, fonda il Laboratorio internazionale di genetica e biofisica, ora Istituto genetica biofisica (Igb), a Napoli, come ricorda Giuseppe Biamonti, direttore del Dipartimento di scienze biomediche. A Buzzati dobbiamo l'inizio degli studi genetica della popolazione in Italia e gli studi di radio-genetica, che introducono il concetto di "fisicità" alla base della biologia molecolare. Buzzati porta anche avanti una battaglia culturale per distanziare la nuova disciplina sia dalle teorie creazioniste, all’epoca presenti in frange cattoliche, sia da quelle di Trochym Lysenko presenti nel Pci. Infine dà un importante contributo verso l’internazionalizzare della ricerca in Italia. Egli inizia la carriera scientifica a Pavia, dove ha come allievo Luigi Luca Cavalli-Sforza, probabilmente il più grande genetista italiano. Cavalli-Sforza fonda in questa città l’Istituto di genetica biochimica ed evoluzionistica del Cnr, oggi Istituto di genetica molecolare (Igm). La medicina ha ricevuto notevoli apporti da questa disciplina come rivelano gli studi condotti da Antonio Cao, pediatra e neurogenetista, direttore dell’Istituto per le ricerche sulle talassemie e le anemie mediterranee del Cnr a Cagliari. Negli anni ’90, grazie al premio Nobel Renato Dulbecco, che operava all’Istituto di tecnologie biomediche (Itb) del Cnr a Segrate, l’Ente ha anche coordinato a livello internazionale il progetto genoma umano, che nel 2001 ha portato al sequenziamento di gran parte del genoma.