Nel corso della sua storia ormai centenaria il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha sempre visto nella montagna (così come nel mare e in altri territori di frontiera) un oggetto e un campo di indagine privilegiato.
Le montagne, riconosciute dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e dai maggiori organismi internazionali come risorsa globale ed essenziale per l’umanità e per il pianeta, costituiscono degli architravi delle politiche di crescita ecosostenibile. Le montagne sono articolati e delicati ecosistemi, contenitori di biodiversità, energie, risorse fisiche e culturali. Oltre a essere vissute, tutelate e valorizzate, andrebbero conosciute e studiate più approfonditamente, in quanto laboratori naturali straordinari, nonché millenari custodi e archivi di reperti, informazioni e racconti. Simbolicamente le montagne rimandano all’idea dell’accumulo, della sedimentazione, della rielaborazione di materiali e conoscenze, ma anche a un limite da valicare, all’opportunità di scoprire orizzonti più vasti, oltre a rappresentare immaginari e immaginifici punti di contattato con il cielo e la divinità o singolari strumenti a disposizione della scienza.
Ad esempio, fu anche grazie alle montagne, quelle della Luna, osservate con il cannocchiale e alle variazioni di ombra determinate dal Sole, che Galileo Galilei poté dimostrare la correttezza dell’ipotesi eliocentrica copernicana e concorrere a sgretolare le certezze aristotelico-tolemaiche, aprendo alla nuova scienza. Le montagne sono perciò anche degli “agenti provocatori” che sollecitano curiosità, impegno, dedizione e sfide in ogni tempo, campo e condizione climatica. Da queste – e altre – suggestioni, nasce il volume da titolo “Gli archivi e la montagna” (a cura di F. M Cardarelli e M. Gentilini, CNR Edizioni, collana “Documentalia” 7). In virtù della tradizionale attenzione e vocazione di ricerca del CNR alla trasversalità delle conoscenze e degli ambiti disciplinari, il gruppo promotore di questa iniziativa ha inteso proporre un itinerario di studio sicuramente inedito e “aperto”, avente come obiettivo l’identificazione di alcune tipologie di archivi e di documenti prodotti dall’uomo nel suo rapporto con la montagna, vissuta, percorsa e salita con intenti scientifici, culturali, sportivi, esistenziali. Documenti ed archivi che possono costituire altrettante fonti utili ad indagare con metodo scientifico questo rapporto. Parimenti, si è inteso ipotizzare un approccio e una lettura della montagna come archivio di dati, esperienze e conoscenze, anche con un particolare riferimento all’attività di ricerca scientifica condotta in tale ambiente. Nella montagna e nel suo confronto con la ricerca scientifica possono essere individuati molti elementi di rinascita culturale, ambientale e produttiva, intrecciando tradizione e innovazione, ma soprattutto coniugando la verticalità del territorio con l’orizzontalità delle relazioni umane e sociali.