Il "digitale" è sulla bocca di tutti ed è citato in tutti i programmi. Essendo così pervasivo, è difficile attribuirgli un significato preciso. È uno di quei temi che, a seconda dell'interlocutore e del contesto, assume ampiezze e sfumature diverse. Pertanto è utile inquadrare meglio il concetto partendo da cosa non è (più). A illustrare le trasformazioni di questa tecnologia, divenuta estremamente pervasiva e trasformatasi in un linguaggio diffuso a cui tutti devono adattarsi, sono Emilio Fortunato Campana, direttore del Dipartimento di ingegneria, Ict e tecnologie per l’energia e i trasporti e Cristian Mezzetti, dirigente dell’Ufficio agenda digitale e processi del Cnr. Il digitale non è più un tema ‘per esperti’, ma allo stesso tempo richiede nuovi modelli di organizzazione del lavoro; non è più ‘paziente’, ovvero non può attendere di essere scoperto, perché ormai pervade la nostra quotidianità e non ne possiamo fare a meno. Il digitale tende alla velocità del pensiero, disdegna freni e ostacoli, cercando di raggiungere la subitaneità dell'azione. La sfida principale consiste nel non lasciare che questa corsa forsennata ignori i valori di inclusività e universalità.